Sinonimi di Accento


S.m.

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Definizione di Accento

sillabe: ac|cĆØn|to | pronuncia: /atĖˆŹ§É›nto/

singolare maschile
    • accento libero, quando in una lingua può cadere su tutte le sillabe (assolutamente libero), o su alcune determinate sillabe (relativamente libero), come nell'italiano, dove cade normalmente sull'ultima, sulla penultima o sulla terzultima sillaba, raramente sulla quartultima, la quintultima o addirittura la sestultima
    • accento principale, quello proprio della parola (detto anche accento tonico); accento secondario, in italiano, nelle parole di almeno quattro sillabe, quello semitonico (per esempio in marmellata l'accento principale cade su -lĆ”-, quello secondario su mĆ”r-)
    • accento sintattico, la particolare intensitĆ  espressiva con la quale talora si pronuncia una parola nella frase
    • (linguistica) rafforzamento della voce nella pronuncia di una sillaba, che assume cosƬ particolare rilievo; si distinguono un accento intensivo o dinamico (proprio dell'italiano, del francese, del tedesco etc.), che consiste in un aumento dell'intensitĆ  della voce, e un accento musicale o cromatico (per esempio nel cinese), che consiste in un aumento dell'altezza della voce
    • mettere, porre l'accento su qualcosa, (figurato) metterla bene in evidenza, sottolinearne l'importanza
    • accento ritmico o metrico, quello che cade su determinate sillabe di un verso (per esempio nell'endecasillabo nel mezzo del cammin di nostra vita, dante infemminile i, 1, gli accenti ritmici principali cadono su mĆ©z-, -mĆ­n, vĆ­-)
    • accento fisso, quando in una lingua cade in tutte le parole su una data sillaba (per esempio nel francese, sempre sull'ultima)
    • segno grafico che si usa per indicare la vocale tonica; nell'ortografia italiana ĆØ obbligatorio sui polisillabi tronchi (andò, caritĆ ), sui monosillabi con dittongo ascendente (più, può) o, puramente grafico (giĆ , ciò), su alcuni monosillabi per distinguerli da altri (lĆ  avverbio da la articolo, sĆ© pronome da se cong); ĆØ invece facoltativo su parole omografe, per esempio nòcciolo e nocciòlo, pĆ©sca e pĆØsca
    • accento circonflesso [^], si trova solo sulla -i finale delle parole con singolare in -io, specialmente negli omografi (per esempio parlatorĆ®, plurale di parlatorio, e parlatori, plurale di parlatore)
    • accento acuto [Ā“], si segna su e e o chiuse e talora anche su i e u
    • accento grave [`], si segna su e e o aperte e su a, i e u
    • intonazione, cadenza nel modo di parlare: accento milanese, siciliano; parla l'italiano con accento inglese; un accento nasale
    • nei tempi passati, persona incaricata dal principe di trattare con gli ambasciatori per poi riferirgli l'argomento e l'andamento dei colloqui.
    • (poetico) voce, parola: post'hai silenzio a' più soavi accenti / che mai s'udiro (petrarca canz. cclxxxiii, 6-7)
    • (musica) intensificazione di un suono o di un insieme di suoni perchĆ© acquistino rilievo ritmico o espressivo; si indica con particolari segni posti sopra o sotto le note.
Tutta o parte di questa definizione ĆØ presa dal Ā© Dizionario Online

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